Cari lettori,
ultimamente compaiono, dopo un lungo periodo nel quale sembravano fossero un genere scomparso, delle recensioni su spettacoli ed eventi musicali. Salutiamo questo come una bella notizia, ancorché viziata da una grande difformità di spessore fra le stesse recensioni.
Cito a favore delle 'cose ben fatte' l'articolo su Il Centro di Domenico Ciccone, che con garbo e puntualità nella sua valutazione complessivamente positiva dell'esecuzione della Carmen al Marrucino di Chieti non ha rinunciato a sottolinearne le carenze e le criticità. Il tutto in uno stile discorsivo e godibile.
Altre recensioni tuttavia appaiono senza le medesime caratteristiche, con in più uno 'stile' aggressivamente personalistico, con giudizi espressi in prima persona e non corredati da descrizioni di 'personale parere', piuttosto con la decisione volta ad autoaccreditare tale parere e renderlo incontrovertibile. Purtroppo, a volte capita anche di cogliere una difficoltà d'espressione in termini sintattico-grammaticali, e la padronanza della nostra bella lingua, congiuntivi inclusi, dovrebbe, a mio modesto parere, essere premessa indispensabile allo scrivere, proprio per non far perdere valore al giudizio o alla narrazione oggetto stesso dello scritto.
Detto questo, ho sentito il dovere, o forse il 'richiamo della foresta' della mia vecchia attività di collaboratore, di raccontare il bel concerto dell'organista Luca Ratti, invitato ad esibirsi alla rassegna 'Maggio Organistico Teatino' dal suo direttore artistico Walter D'Arcangelo.
L'organo scelto dal M° D'Arcangelo per questo concerto è quello della Cappella Maggiore del Seminario Regionale 'S. Pio X', un organo 'moderno' costruito dall'organaro Bevilacqua.
Il programma di un concerto d'organo viene scelto dall'esecutore in base all'organo che gli viene messo a disposizione, che può andare da uno scarno quanto fascinoso positivo del XVI secolo ad un grande strumento a tre o più manuali e centinaia di registri e combinazioni. Quello del Seminario si colloca a metà strada, è comunque un due manuali con un discreto repertorio di registri e tenuto (altro dato importante) in buonissime condizioni di efficienza ed intonazione da chi lo ha in custodia.
Il M° Ratti ha con appropriatezza scelto per questo strumento un repertorio che parte da Bach per arrivare alla soglia del XX secolo con J. Callaers, passando per Mendelssohn e Brahms attraverso un filo conduttore che in qualche modo lega tutti i successivi autori al Maestro di Eisenach. Con una illustrazione del programma puntuale ed interessante, è lo stesso Ratti ad introdurre il pubblico alla sua esecuzione, presentando la celebre Toccata e Fuga in re minore come un'opera in un certo senso giovanile di Bach, sottolineandone il carattere improvvisativo (d'altra parte caratteristico del genere della Toccata) e di ricerca di effetto, peraltro centrati in pieno dall'autore; l'esecuzione dell'organista milanese è stata improntata a severi criteri di prassi filologica barocca, senza indulgere a pur possibili e niente affatto spiacevoli interpretazioni romantiche di alcuni passaggi, ed eseguendo la fuga con sobrio rispetto della partitura.
Bella anche l'esecuzione del corale 'Wachet auf, ruf uns die Stimme' che Bach ricalca sull'aria del tenore della Cantata omonima n. 140, anche se in questo brano si palesa un lieve ritardo di percezione dei suoni del pedale, non dipendente assolutamente dall'esecutore ma in parte dalle caratteristiche fisiche di inerzia dei registri gravi e soprattutto dal fatto che le canne da 8 e da 16 piedi sono in quell'organo poste posteriormente alle altre.
Il terzo brano, il Concerto in Re minore, tratto dall'omonimo brano di Vivaldi per due violini, violoncello, archi e basso continuo, ha consentito l'esplorazione dell'escursione dinamica dello strumento. Interessante anche l'esecuzione di Mendelssohn e di Brahms, nonostante la ricchezza musicale della prima parte, nonché della Toccata finale di Callaers, autore sin qui sconosciuto allo scrivente ma sicuramente inseribile nella traccia storico-musicale individuata e proposta dal M° Ratti nella sua esecuzione.
Il concerto, inserito nel contenitore del Maggio Teatino, è stato purtroppo disturbato dalla contemporanea manifestazione della Festa dei Popoli, in corso nella vicina Villa Comunale, e che proprio alle 18 vede svolgersi un suo momento musicale, ahimè supportato da una potente amplificazione. Ancora una volta l'incapacità di coordinare gli eventi da parte del Comune vanifica la bontà dei medesimi, a discapito degli sforzi degli organizzatori. In ogni caso, è stato un concerto molto godibile, elegante e raffinato, nel quale le notevoli doti tecniche dell'esecutore si sono accompagnate a doti di sensibilità musicale e di gusto e, come accennato in precedenza, la profonda conoscenza del repertorio e l'esperienza hanno consentito all'interprete di scegliere un programma bello ed in grado di valorizzare lo strumento disponibile.
Grazie infine a Walter D'Arcangelo, al quale raccomandiamo la scelta di questa sede per le prossime edizioni della sua preziosa rassegna.
Luca Dragani
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